Un blog al giorno

SAPETE VINCERE COME GRUPPO?

La cooperazione nel calcio e la creazione di una squadra si può allenare anche dal punto di vista mentale. I consigli per adottare e i giusti atteggiamenti in settimana e in partita.

Vi propongo alcune riflessioni sull’importanza di formare un gruppo coeso partendo da ciò che ho letto nel post di settembre del blog di Christian Botturi “Insegniamo ai giovani a collaborare”. L’autore sottolinea come la cooperazione sia fondamentale al fine di migliorare la prestazione della squadra e propone alcune esercitazioni per stimolarla. Lavorare insieme al fine di raggiungere un obiettivo è un atteggiamento chiave nei contesti dove si trovano a operare più persone. Anche coloro che praticano sport individuali si allenano meglio e rendono di più in ambienti, per esempio le nazionali di atletica leggera, nei quali membri diversi della squadra si percepiscono uniti, si allenano serenamente, c’è sostegno reciproco e si crea una sana competitività. In un gioco come il calcio questo aspetto è ancora più accentuato e rilevante dato che la prestazione del singolo ha valore ed efficacia in relazione alla prestazione dei compagni. Diventa quindi centrale, oltre che collaborare, creare un gruppo unito e coeso dove ogni giocatore ripone fiducia negli altri e ha rispetto del loro lavoro (clicca e leggi un altro articolo su questo tema).

Il motto della SSD Ausonia calcio femminile tratto da un detto Zulu.

UNO SPOGLIATOIO UNITO È CONVINTO DI FARCELA

La letteratura scientifica avvalora l’importanza di questa fondamentale componente psicologica collettiva. La cooperazione è decisiva per riuscire a svolgere il compito che viene richiesto, assieme all’efficacia di gruppo ossia alla convinzione dello spogliatoio di essere in grado di riuscirci. Detto in altri termini due variabili che si riscontrano nelle squadre vincenti sono coesione ed efficacia percepita da chi le compone. Pensiamo semplicemente a quante volte abbiamo letto o sentito dire di una squadra (sarà successo anche a voi) che sulla carta aveva poche probabilità d’essere competitiva, ma grazie a uno spogliatoio unito e affiatato ha ottenuto prestazioni eccellenti e risultati oltre le attese. Viceversa quante individualità straordinarie non hanno saputo giocare “di squadra” contribuendo a sconfitte clamorose e inaspettate. Essere uniti, inoltre, aiuta a saper meglio “digerire” una sconfitta e ad affrontare e superare le avversità e i momenti difficili.

 

IL SEGRETO? FIDUCIA E RISPETTO

Per formare un gruppo non è sufficiente condividere uno spogliatoio o passarsi il pallone per dire che si è uniti. Parimenti non è sufficiente rispettare il mister perché ciò avvenga anche nei confronti dei compagni. Se da una parte l’allenatore, attraverso la metodologia e le esercitazioni, può lavorare in tal senso, anche i giocatori devono impegnarsi e volerlo. Per farlo è importante riporre fiducia in ogni singolo compagno, fissare degli obiettivi comuni e sentire che tutti lavorano per perseguirli. Come? Condividendo emozioni, pensieri ed esperienze, aprendosi al gruppo e ascoltando, capendo che ognuno è un importante pezzo del puzzle che compone il gruppo. E ancora, aspetto importantissimo, rispettare l’individualità dei compagni e vederne la diversità come un punto di forza, apprezzandone le caratteristiche positive e utili. Con questo tipo di atteggiamento troverete collaborazione sul campo, sostegno reciproco nei momenti difficili (una serie di sconfitte, un compito tecnico o tattico che si fa fatica ad assimilare...) e il coinvolgimento di tutti nel gioco. Se impariamo ad allenarci e a scendere in campo con questa mentalità, si creerà il clima favorevole per svolgere al meglio il proprio compito e permettere ai compagni di fare altrettanto, aumentando le probabilità di successo personale e di squadra.

Clicca e leggi gli altri articoli di Daniela Oriandi.

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