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CALCIO: ALLENAMENTO E COMUNICAZIONE

La scelta di come disporsi in campo durante le esercitazioni ha grande importanza. Dove si deve posizionare l’allenatore.

Nel precedente post abbiamo iniziato ad affrontare un argomento solo apparentemente banale: la disposizione della squadra in relazione al diverso tipo di esercitazioni proposte e la posizione più efficace correlata dell’allenatore (o del preparatore). Dopo avere analizzato la fila e il cerchio eccovi valutazioni e consigli circa la riga e l’ordine sparso.

 

LA RIGA

La disposizione in riga è uno strumento utile per “fare squadra”. Molti preparatori la utilizzano nel riscaldamento, perché mette in luce eventuali incapacità o mal disposizione a rispettare i comandi e induce a essere ordinati e muoversi assieme secondo i giusti tempi. Può evidenziare chi è disposto a collaborare e chi invece assume un atteggiamento quasi di contrapposizione o di svogliatezza. Nel corso delle proposte eseguite in riga ci sono giocatori che, in base alle esigenze del gruppo, si prendono la responsabilità di guidare e dettare l’andatura, altri che seguono diligentemente e si affidano a loro, altri ancora che non seguono a dovere. La riga, quindi, deve essere utilizzata come strumento di verifica dell’atteggiamento dei calciatori, ma anche come allenamento della crescita dell’idea di lavoro di squadra. Attenersi, infatti, a eseguire degli esercizi mantenendo una linea corretta è allenante per la visione periferica, per la capacità di mantenere correttamente determinate distanze fra compagni e, in modo generico, della capacità di saper muoversi collettivamente e di reparto.

 

LA POSIZIONE DEL PREPARATORE

Il preparatore solitamente si posiziona al centro della riga e del percorso per facilitare la comunicazione con ogni elemento del gruppo. Una volta spiegato l’esercizio, il tecnico può spostarsi lateralmente per verificare chi osserva le disposizioni e chi invece no.

 

L’ORDINE SPARSO

Ultima e solo apparentemente “non condizione” è la richiesta di eseguire il lavoro in ordine sparso. In realtà, per l’allenatore competente è una vera e propria scelta. Si concede fiducia e senso di libertà ai giocatori, non si pongono loro vincoli e intanto li si osserva. Così facendo si può analizzare velocemente che tipo di atteggiamento adottano. Il convinto e il sicuro di sé saranno vicini all’allenatore, viceversa lo svogliato e l’insicuro tenderanno a “nascondersi” allontanandosi. Alcuni si aggregheranno a gruppetti, per amicizia, intesa migliore o ricerca di sicurezze, altri si estranieranno (spesso non un buon segno) tenendosi lontani dai compagni. È un tipo di scelta che può essere adottata per tutti gli esercizi sul posto come lo stretching, ma anche per conduzione palla, palleggi o esercizi tecnici individuali. È un metodo più deduttivo che induttivo di allenare: il tecnico spiega, osserva e va a capire, correggere e fornire indicazioni caso per caso.

 

LA POSIZIONE DEL PREPARATORE

Il preparatore di solito si posiziona davanti a tutti per dare un punto di riferimento, soprattutto per esercizi nuovi che devono essere spiegati e anche mostrati. In caso di proposte già note, invece, il tecnico può sfruttare questa scelta più libera (che quindi trasmette l’idea di un clima colloquiale e disteso) per dedicarsi ad andare all’interno del gruppo di lavoro. Può essere utile, se lo ritiene opportuno, oltre che per correggere, per chiacchierare, scherzare e dire qualcosa di specifico a qualcuno senza che gli altri possano ascoltare: lavorare, insomma, più sul piano umano che quello meramente tecnico.

 

Leggi la prima parte - Leggi gli altri post a cura di Andrea Cattozzo e dell’Aipac

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