CALCIO: ALLENAMENTO E COMUNICAZIONE
La scelta di come disporsi in campo durante le esercitazioni ha grande importanza. Dove si deve posizionare l’allenatore.
Mercoledì 27 Aprile 2016 | Andrea Cattozzo
Nel precedente post abbiamo iniziato ad affrontare un argomento solo apparentemente banale: la disposizione della squadra in relazione al diverso tipo di esercitazioni proposte e la posizione più efficace correlata dell’allenatore (o del preparatore). Dopo avere analizzato la fila e il cerchio eccovi valutazioni e consigli circa la riga e l’ordine sparso.
LA RIGA
La disposizione in riga è uno strumento utile per “fare squadra”. Molti preparatori la utilizzano nel riscaldamento, perché mette in luce eventuali incapacità o mal disposizione a rispettare i comandi e induce a essere ordinati e muoversi assieme secondo i giusti tempi. Può evidenziare chi è disposto a collaborare e chi invece assume un atteggiamento quasi di contrapposizione o di svogliatezza. Nel corso delle proposte eseguite in riga ci sono giocatori che, in base alle esigenze del gruppo, si prendono la responsabilità di guidare e dettare l’andatura, altri che seguono diligentemente e si affidano a loro, altri ancora che non seguono a dovere. La riga, quindi, deve essere utilizzata come strumento di verifica dell’atteggiamento dei calciatori, ma anche come allenamento della crescita dell’idea di lavoro di squadra. Attenersi, infatti, a eseguire degli esercizi mantenendo una linea corretta è allenante per la visione periferica, per la capacità di mantenere correttamente determinate distanze fra compagni e, in modo generico, della capacità di saper muoversi collettivamente e di reparto.
LA POSIZIONE DEL PREPARATORE
Il preparatore solitamente si posiziona al centro della riga e del percorso per facilitare la comunicazione con ogni elemento del gruppo. Una volta spiegato l’esercizio, il tecnico può spostarsi lateralmente per verificare chi osserva le disposizioni e chi invece no.
L’ORDINE SPARSO
Ultima e solo apparentemente “non condizione” è la richiesta di eseguire il lavoro in ordine sparso. In realtà, per l’allenatore competente è una vera e propria scelta. Si concede fiducia e senso di libertà ai giocatori, non si pongono loro vincoli e intanto li si osserva. Così facendo si può analizzare velocemente che tipo di atteggiamento adottano. Il convinto e il sicuro di sé saranno vicini all’allenatore, viceversa lo svogliato e l’insicuro tenderanno a “nascondersi” allontanandosi. Alcuni si aggregheranno a gruppetti, per amicizia, intesa migliore o ricerca di sicurezze, altri si estranieranno (spesso non un buon segno) tenendosi lontani dai compagni. È un tipo di scelta che può essere adottata per tutti gli esercizi sul posto come lo stretching, ma anche per conduzione palla, palleggi o esercizi tecnici individuali. È un metodo più deduttivo che induttivo di allenare: il tecnico spiega, osserva e va a capire, correggere e fornire indicazioni caso per caso.
LA POSIZIONE DEL PREPARATORE
Il preparatore di solito si posiziona davanti a tutti per dare un punto di riferimento, soprattutto per esercizi nuovi che devono essere spiegati e anche mostrati. In caso di proposte già note, invece, il tecnico può sfruttare questa scelta più libera (che quindi trasmette l’idea di un clima colloquiale e disteso) per dedicarsi ad andare all’interno del gruppo di lavoro. Può essere utile, se lo ritiene opportuno, oltre che per correggere, per chiacchierare, scherzare e dire qualcosa di specifico a qualcuno senza che gli altri possano ascoltare: lavorare, insomma, più sul piano umano che quello meramente tecnico.
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