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OGGI OCCORRONO PALLA E INTENSITÀ

In Europa si corre, e bene, per tutti i 90’ di gara. Noi, pur maestri di tecnica e tattica, o inseriamo più ritmo negli allenamenti in situazione o rimarremo ai margini.

Il calcio italiano, a ogni livello, giovanile, dilettantistico e professionistico deve capire che per vincere, giocare bene e divertire i tifosi, oltre a imparare tecnica e tattica bisogna correre… bene come si fa all’estero. Se non lo faremo siamo destinati rimanere ai margini del calcio che conta. Per correre bene bisogna, prima di tutto, allenarsi in modo efficace. Premesso che dovremmo aprire un serio dibattito su quale tecnica (fondamentale o situazionale?) sia più allenante, da questo punto di vista e da quello tattico (individuale e collettivo) siamo dei maestri. Il nocciolo della questione risiede nei ritmi di allenamento. Allora ci chiediamo: perché in Italia non mettiamo nelle sedute l’intensità che vorremmo ottenere in partita? Perché avversari meno attrezzati tecnicamente e tatticamente ci mettono sotto sul piano della corsa e, soprattutto, della continuità di manovra durante tutto l’arco dell’incontro? Perché noi italiani giochiamo e imponiamo il nostro gioco solo a sprazzi, ma non siamo continui?

 

L’ESEMPIO DELLA GERMANIA

La Germania è campione del mondo, e non per niente. Col tempo, ha imparato a palleggiare e a stare meglio in campo, ma non ha mai abbandonato la sua vocazione aggressiva, dinamica e “corsaiola” per tutti i 90’. Possibile che il tutto dipenda solo dalla mentalità? Il calcio moderno, in questo risiede la sua bellezza rispetto al passato, non consente che non si corra e non ci sia intensità per l’intera durata dell’incontro. Correre non vuol dire affidare i nostri giocatori a preparatori atletici per farne dei grandi podisti, ma allenarli a tenere ritmi alti esercitandosi con la palla, il pane quotidiano di ogni allenamento. Bisogna educare i giocatori a saper esprimere e mantenere cadenze di gioco elevate attraverso esercitazioni mirate e in situazione. I calciatori devono essere in grado di sostenere allenamenti che siano il più possibili vicini alla realtà, cioè alla frenesia di un’intera gara.

La Germania ha imparato a palleggiare e a stare meglio in campo, ma non ha mai abbandonato la sua vocazione aggressiva e dinamica.

NON C’È VITTORIA SENZA SUDORE

Nel calcio non si possono usare controfigure, gli stessi Messi e Cr7, fuoriclasse immensi, se non corrono difficilmente riescono a fare la differenza. Dobbiamo dimenticare le esercitazioni sotto ritmo, perché improntate solamente alla tecnica o alla tattica. Tutti assieme, allenatori e addetti ai lavori, dobbiamo sintonizzarci su proposte, con la palla, mirate ad abituare il giocatore al ritmo da tenere in partita. Questa è la strada per stare al passo con i tempi. Poche pause, tanto lavoro senza soluzione di continuità e senza avere paura di affaticare il gruppo.

Occorre trasmettere una nuova mentalità: non c’è vittoria senza sudore. Non per niente un ottimo tecnico quale è Maurizio Marchesini vi ha chiesto, nel nostro contest “Crea il tuo esercizio” di proporre lavori mirati all’incremento della velocità di trasmissione di palla (clicca e partecipa). Più corriamo, meglio corriamo, più velocemente la palla va trasmessa… e va fatto dal primo all’ultimo minuto, il calcio moderno è questo.

 

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