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ALLENIAMOLI A NON REAGIRE

I consigli di Marcello Chianese per preparare i giocatori a non rispondere alle provocazioni, un piccolo grande sforzo che dimostra maturità. L’esperienza dei ragazzi di San Patrignano.

Prima della partita un’apparente tranquillità lascia il posto a una leggera e crescente eccitazione. Dagli spogliatoi si sente un grido trascinante e congiunto, quasi primordiale, che rompe il silenzio circostante. È il rituale di ogni sfida del San Patrignano Calcio. In campo stanno per scendere gli undici giocatori scelti dal mister di questa squadra assolutamente unica, i cui principi di lealtà sportiva e rispetto sono i fondamenti della sua stessa esistenza. Il fischio dell’arbitro richiama l’attenzione di tutti e con aria fiera ci dirigiamo all’ingresso del terreno di gioco, pronti per guardare in faccia i nostri avversari. Ragazzi come noi, ma con uno sguardo diverso dal nostro. Dai loro occhi si intuisce una certa diffidenza nei nostri confronti. Timore, pregiudizio o chissà cosa. Sentimenti comprensibili da parte di chi vive una vita definibile “normale”, contro chi dall’altra parte invece per anni ha stravolto la propria.

 

COLPI DURI E PROVOCAZIONI

La partita ha inizio. In mezzo al campo i colpi duri non mancano fin dal primo minuto. Nella squadra avversaria c’è un giocatore che sembra voler provocare chi già deve reggere il peso di sguardi a volte discriminatori. Dagli spalti, inoltre, arrivano parole offensive e fischi. Sono rivolti a Paolo. Un ragazzo dal carattere difficile, cresciuto nella periferia di Napoli e abituato alle dure regole della strada. Lui non può fare a meno di subire quelle assordanti voci di sottofondo e una violenta rabbia gli cresce da dentro. Marco, il nostro capitano, cerca di riportare la sua concentrazione sulla partita, ma i fischi e gli insulti trascinano Paolo in un viaggio nel passato. Troppe volte la sua istintività gli aveva fatto commettere gravi errori. Se potesse, spaccherebbe il mondo attorno a sé.  Si aggrappa ai compagni di squadra chiedendo aiuto. Un aiuto che ha imparato a chiedere nei momenti di difficoltà, grazie al percorso di recupero che sta svolgendo nella comunità di San Patrignano. È consapevole di dover evitare la reazione che gli avversari si attendono. Sarebbe una schiacciante sconfitta per lui e per tutta la nostra squadra. Paolo all’ennesima istigazione resta indifferente. Stringendo anche la mano a chi in maniera volontaria lo atterra, si guadagna il rispetto degli avversari. La rabbia covata dentro, durante la partita, diventa positiva forza di gioco invece che stupida violenza. La conquista di questo autocontrollo emotivo, di totale gestione nei momenti di difficoltà, non è stato affatto semplice da raggiungere per lui e l’intera squadra.

Una fase di allenamento della squadra di San Patrignano.

Marcello Chianese, allenatore ed educatore.

EDUCAZIONE E RISPETTO SIN DAGLI ALLENAMENTI

Questa mentalità è frutto di continuità nell’educare al rispetto reciproco i ragazzi già negli allenamenti. «Ritengo sia fondamentale non esasperare il conflitto fra i giocatori in campo – spiega Marcello Chianese, mister ed educatore della squadra – il confronto deve essere puramente sportivo e i ragazzi devono imparare a non cadere nelle provocazioni degli avversari. Per questo è fondamentale allenare la mente oltre che il fisico durante la settimana. Tutti i ragazzi in comunità vengono da attività impegnative e come tutti i giocatori fuori di qua arrivano chi più chi meno stanchi all'allenamento. Nonostante questo pretendo da loro un comportamento corretto, sia nei miei confronti sia verso i loro compagni. In primis, quindi, non devono provocare gli avversari né cedere a reazioni troppo emotive. Se l'allenatore chiarisce questa cosa ai suoi giocatori, sarà poi più semplice evitare certi atteggiamenti in partita. Le regole sono chiare, chi non si controlla inevitabilmente è costretto a restare fuori. Questo non vuol dire però abbandonare i ragazzi a loro stessi, ma seguirli costantemente anche nei momenti di difficoltà, parlando con loro, aiutandoli a liberarsi dalle loro preoccupazioni. Con una mente più leggera riusciranno sicuramente ad affrontare con più serenità qualsiasi confronto, rimanendo tranquilli anche nelle situazioni di difficoltà e preservando le energie per il confronto vero, in campo".

Solo creando un gruppo unito e solido possiamo far fronte ai momenti di tensione. Il San Patrignano calcio perde di un gol la partita. Ma questa è un’altra storia. Al rientro negli spogliatoi non manca la soddisfazione di aver dato una dimostrazione di civiltà. Siamo usciti a testa alta. Questa è la nostra vittoria.

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