Un blog al giorno

HAI UN OBIETTIVO?

Il calciatore deve avere chiaro lo scopo del suo lavoro, il traguardo finale. Solo così è stimolato, lavora bene e cresce.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (Seneca, N.d.A.). Oggi voglio spiegarvi quanto sia importante, per il giocatore, porsi degli obiettivi e voglio partire dalla citazione del grande filosofo romano Seneca, che ha l’attualità e la freschezza dei nostri giorni . Se vogliamo parlare di calciatori consapevoli, come titola il mio blog (vedi post precedenti), ma soprattutto se vogliamo esserlo, è importante avere ben chiaro in che direzione ci muoviamo, dove vogliamo andare. Come e dove è necessario investire le nostre energie, il nostro tempo e i nostri sforzi. In altri termini, è fondamentale porsi degli obiettivi per i quali lavorare. Non averne sarebbe come prendere una bicicletta qualunque, salire sul sellino e cominciare a pedalare senza meta e senza indicazioni. All’inizio può essere comunque eccitante, quantomeno piacevole, ma col passare del tempo cominceremmo a chiederci: e adesso? Dove vado? Per quanto devo pedalare ancora? Quanto velocemente? Quanto tempo ho? Sono sicuro di avere le energie per farlo? Posso fermarmi? Se sì, ciò comprometterebbe la corsa? Ma poi? La corsa per cosa? Forse se avessi saputo mi sarei impegnato di più, forse avrei scelto strade diverse, forse...

 

LAVORARE SENZA SCOPO È FRUSTRANTE

Queste e altre domande ci passerebbero per la testa (grazie al cielo ragioniamo) perché, per quanto l’entusiasmo iniziale possa essere elevato e le motivazioni possano essere forti, è molto frustrante, demotivante e poco rispettoso per noi stessi agire senza la consapevolezza di ciò che vogliamo raggiungere.

Un tempo si pensava fosse corretto interpretare lo sport in questo modo. L’atleta doveva limitarsi a fare ciò che gli veniva detto, senza porsi troppe domande, senza capire veramente il senso delle richieste. Dovevamo fare e basta, con fiducia cieca verso il proprio allenatore, ve lo dico anche base alla mia esperienza di nuotatrice di alto livello.

Certo, è innegabile che campioni, nel calcio come in altri sport, in passato ne abbiamo visti. Pensate se quegli stessi giocatori non fossero stati considerati solo come una semplice macchina esecutrice di gesti tecnici, un cavallo pazzo capace di stupire con colpi di genio e fantasia. Immaginate se fossero stati allenati come esseri pensanti, capaci di capire e scegliere, insomma di pensare consapevolmente!

Avere obiettivi significa, riprendendo l’esempio della corsa in bicicletta, sapere qual è la meta finale da raggiungere. Scegliere di conseguenza la direzione da prendere, il mezzo di trasporto in funzione del viaggio, dosare le energie, scegliere velocità e tempi adeguati, calcolare i tempi di percorrenza, eventuali pause e così via. Tutto in funzione dell’obiettivo.

OBIETTIVO CHIARO MOTIVAZIONI SICURE

Un calciatore che conosce gli obiettivi per i quali si allena è più motivato, è disposto a fare la fatica necessaria perché gli è chiaro il fine ultimo di tanti sforzi. È atleta capace, se necessario, di costruirsi da solo attività in funzione dei suoi fini. Facciamo un semplice esempio, se stiamo allenando i calci piazzati e quel giorno l’allenatore manca, il calciatore motivato e consapevole lavorerà in quella direzione con esercitazioni funzionali, ripescando tra quelle già eseguite. Allenarsi in questo modo significa anche ottimizzare le energie. È questo un tema molto articolato che tratteremo in più riprese: capiremo come imparare a porsi traguardi efficaci e stimolanti e capiremo come farlo nel breve, medio e lungo termine. Parleremo di questo e molto altro. Per ora, il mio scopo è quello di farvi capire quanto è importante avere un traguardo di riferimento, anche concordato o suggerito dall’allenatore. Quest’ultimo, infatti, è la persona che ci conosce meglio, come giocatori, e ha ben chiari i traguardi che possiamo raggiungere. Avere obiettivi, infatti, significa metterci nelle condizioni di rendere al meglio. Un po’ di brezza per il marinaio, direbbe Seneca.

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