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LE LESIONI MUSCOLARI NEL CALCIATORE

Un semplice vademecum, sui principali infortuni e la prevenzione, per il giocatore, lo staff tecnico e i genitori.

Nel calcio professionistico circa il 36% degli infortuni interessano la componente muscolare. Un recente studio effettuato su un campione di 1743 giocatori, appartenenti a 27 squadre partecipanti alla UEFA Champions League, ha evidenziato che all’interno di una squadra professionistica possiamo aspettarci circa 18 infortuni muscolari a stagione. I muscoli più colpiti sono i flessori di ginocchio (37%), gli adduttori dell’anca (23%), il quadricipite femorale (19%) e i muscoli del polpaccio (13%). In particolare a livello dei flessori di ginocchio, il muscolo bicipite femorale è in assoluto quello maggiormente interessato (83%). 

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UN PROBLEMA SERIO

Per comprendere l’entità del problema, dobbiamo considerare che se l’incidenza di infortuni a carico delle componenti legamentose (vedi post precedente) si è ridotta in questi ultimi 10 anni, il tasso di infortuni muscolari rimane comunque elevato, senza mostrare un trend negativo. La prevenzione, dunque, assume un ruolo importante, basti pensare che circa il 16% di tutti gli infortuni muscolari evidenziati nello studio sono recidive di un episodio precedente. Non è un caso che negli ultimi anni l’uso di un corretto approccio di prevenzione stia assumendo sempre maggior rilevanza. La stessa FIFA (Federation Internationale de Football Association) ha sviluppato e sta enfatizzando l’utilizzo di un modello specifico di programma di prevenzione degli infortuni nel calciatore: il FIFA 11+.

 

I DIVERSI INFORTUNI MUSCOLARI

Per orientarci suddividiamo gli infortuni muscolari in due grandi categorie, in base al meccanismo lesivo:

da trauma diretto - esclusivamente di origine meccanica, sono prodotti da un agente traumatico esterno, tipicamente il colpo diretto o un tackle da parte di un avversario. La conseguenza in genere è una contusione, senza lacerazione dei tessuti superficiali, ma che in alcuni casi può interessare le fibre muscolari profonde, i vasi sanguigni e le strutture nervose. Nel calciatore il muscolo più interessato da contusione è il quadricipite femorale.

da trauma indiretto - la comprensione degli infortuni da trauma indiretto non è semplice in quanto spesso conseguenza di interazione tra fattori meccanici e metabolici. Nella maggior parte dei casi sono dovuti a una violenta contrazione che si sviluppa in un muscolo già allungato, oppure a un allungamento violento in un muscolo in fase di contrazione in relazione a un preciso gesto tecnico: cambio di direzione, tiro in corsa, intervento in acrobazia. Nel calciatore i muscoli prevalentemente interessati da infortunio da trauma indiretto, in particolare lo stiramento, sono i flessori del ginocchio.

 

CONOSCIAMOLI MEGLIO

Crampo: è una contrazione muscolare involontaria e dolorosa, spesso conseguenza di uno stato di affaticamento, che si risolve sempre spontaneamente e che può trarre origine da squilibri idro-elettrolitici o da deficit energetico.

Contrattura: alterazione diffusa del tono muscolare in reazione a uno stimolo troppo intenso e prolungato in assenza di lesioni anatomiche evidenziabili. Quasi sempre esito di uno stato di affaticamento del muscolo, si manifesta con dolore sub-acuto mal localizzato che insorge alla cessazione dell’attività sportiva (dopo qualche ora o nei giorni seguenti).

Stiramento (o elongazione): alterazione marcata e localizzata del tono muscolare dovuta a una eccessiva trazione delle fibre muscolari interessate, spesso dovuta a un deficit energetico locale. Provoca dolore immediato e acuto, il più delle volte ben localizzato, e costringe l’atleta a interrompere l’attività pur non comportando necessariamente un’impotenza funzionale immediata.

Strappo: si manifesta tipicamente con dolore acuto, trafittivo e violento che compare durante l’attività sportiva. Molto ben localizzato, impedisce al calciatore di continuare la partita o l’allenamento. È attribuibile alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari, per cui è sempre accompagnato da sanguinamento e formazione di un ematoma più o meno evidente ed esteso, a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione. In relazione alla gravità della lesione muscolare si suddivide strappo di primo, secondo e terzo grado.

DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness): situazione caratterizzata da sintomatologia dolorosa e sensazione di fastidio che compaiono entro 24 ore dal termine dell’allenamento o della partita, persistono per 48-72 ore e si risolvono spontaneamente. Apprezzabile dal giocatore durante la contrazione e alla palpazione del muscolo rilassato, è accompagnata dall’incapacità di esprimere elevati livelli di performance muscolare. Il DOMS è il risultato di microtraumi che colpiscono le singole fibre muscolari di soggetti non adeguatamente allenati o non abituati a compiere determinate esercitazioni.

 

Il prossimo mese proseguiremo nell’approfondire l’argomento affrontando tematiche quali le cause, i fattori predisponenti e i principi generali di trattamento delle lesioni muscolari.

Con la collaborazione del Dr. Cristiano Sconza.

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